Commissionata dal Teatro di Pisa al compositore Marco Simoni, “Si camminava sull’Arno” prende spunto da una situazione meteo realmente accaduta a Pisa nell’inverno del 1929, quando un’eccezionale ondata di freddo congelò la superficie del fiume. Su libretto di Fabrizio Altieri, la vicenda ha il punto focale in un triangolo amoroso lui – lui – lei: pretesto drammaturgico per valorizzare la cornice storico-ambientale. Il 1929 è l’anno della grande crisi economica negli USA e delle prime trasmissioni radiofoniche dell’EIAR; è anche l’anno in cui la vetreria Saint Gobain, con sede in Pisa, realizza cristalli per autovetture creando nuovi posti di lavoro. Crisi amorose ed economiche s’intrecciano, permeate dalla curiosità per le innovazioni tecnologiche e dalle sensazioni di un più roseo futuro; nulla lascia minimamente presagire il lento e progressivo maturare del secondo conflitto mondiale.
La musica di Simoni ricalca l’intreccio emozionale della drammaturgia: ampio spazio è riservato ai due strumenti, le cui sonorità sono in connubio con la linea vocale divenendo amplificazione emotiva della semantica; in rapida successione si alternano ritmi di ragtime, jazz e swing, inflessioni impressioniste ed espressioniste nelle quali si inseriscono carezzevoli interventi lirici di pregevole fattura occhieggiante al lied. Essenziale e funzionale la regia: la proiezione in sequenza di foto d’archivio fornisce la simbologia realistica dell’ambientazione, suffragata da basilari oggetti scenici. Un’opera dove il carattere evocativo della drammaturgia e delle sonorità si trasforma esteticamente nello specchio riflessivo di una situazione quanto mai attuale. Pienamente all’altezza dei rispettivi ruoli i tre cantanti ed i due strumentisti.
Note: Nella foto Mariacarla Seraponte e Fabio Mario La Mattina Photocredit: Dario Barbani